TRENTALANGE E’ ASSENTE – E qui si ferma il lavoro tutt’altro che semplice di Rocchi, che ha ereditato una classe arbitrale in cui le giovani leve non sono cresciute sufficientemente in fretta e in cui i più esperti non sempre hanno reso secondo le aspettative. I problemi non finiscono qui però e conducono a scelte politiche che entrano nella sfera di competenza del presidente dell’AIA Trentalange. Accusato indirettamente nell’ambiente di essere troppo poco presente dal punto di vista comunicativo e di non aver fornito quel supporto mediatico a cui i direttori di gara erano stati abituati durante la discussa gestione Nicchi. I propositi di massima trasparenza e di istituire l’apertura di un canale ufficiale con l’inaugurazione del centro di produzione della centrale VAR di Lissone sono già finiti nel dimenticatoio. E, a proposito di Lissone, non convince la scelta di affidare la responsabilità della struttura ad un ex guardalinee come Alberto Stagnoli, che nel corso della sua carriera non ha avuto modo di prendere confidenza col mezzo.
RIVOLUZIONE AL VAR – Ecco perché nel mondo AIA inizia a prendere corpo la candidatura di una figura diversa che si faccia carico dell’intero progetto VAR e di mantenere rapporti ancora più stretti coi club di Serie A e Serie B: in tal senso si fa il nome del signor Mazzoleni di Bergamo, uno dei varisti utilizzati con maggiore frequenza dal designatore Rocchi nel corso della stagione, che potrebbe continuare parallelamente la sua carriera, anche per favorire la formazione delle nuove figure che subentrerebbero con l’avvento della nuova stagione. Oltre ai 4 VAR Pro già in organico, Rocchi infatti darà il suo al salto di categoria di 8 nuovi Video Match Officials.