Va in archivio una stagione memorabile per il Lecce. Non senza difficoltà, soprattutto nel nuovo anno solare con qualche sconfitta di troppo, ma comunque esaltante per quelle che erano le premesse iniziali. Da tutti gli addetti ai lavori, infatti, quella giallorossa era considerata una matricola destinata a concludere il campionato all’ultimo posto, visti tanti esordienti e “sconosciuti” in rosa; e, invece, alla fine l’obiettivo è stato raggiunto, con una giornata d’anticipo e con un percorso compiuto stabilmente fuori e lontano dalla zona retrocessione. Un autentico capolavoro.
Doveva essere anche la stagione della consacrazione per tanti giovani che si erano messi in evidenza già lo scorso anno nel campionato di Serie B e l’impresa è nuovamente riuscita: da Gendrey a Hjulmand, passando per Blin e Gallo, tutti hanno compiuto uno step ulteriore e, a parte il centrocampista francese, tutti hanno assaporato il gusto della Nazionale. Strefezza, dopo aver ricoperto il ruolo di capocannoniere lo scorso anno, si è rivelato bomber della squadra e ha dimostrato di essere a tutti gli effetti da Serie A. E poi Baschirotto, arrivato per fare il terzino e diventato in pochissimo tempo uno dei migliori centrali italiani e d’Italia, cresciuto anche sotto l’ala protettiva di un Umtiti che nel Salento ha riscoperto la voglia di giocare a calcio dopo anni tribolati a Barcellona. Ecco perché la stagione appena conclusa è memorabile.