La vasta operazione che la Guardia di Finanza ha eseguito ieri con perquisizioni a Roma, Torino e Milano che riguardano la Juventus e fanno parte dell’inchiesta “Prisma”, ha messo nel mirino le scritture private tra i calciatori e i bianconeri in occasione dello slittamento del pagamento di quattro mensilità in seguito ai blocchi dei campionati causati dal Covid. In quei giorni di marzo 2020 si parlava di rinuncia alle mensilità, ma in realtà gli accordi hanno solo portato a un differimento dei pagamenti “omettendo però di rilevarli come debito a livello patrimoniale”. Questo significa che il risparmio è stato netto e che avrebbe alterato il bilancio successivo con un risparmio di 67 milioni di euro. Alla Juventus è stato anche chiesto di consegnare le buste paga degli stipendi erogati ai calciatori della prima squadra dal 1° luglio fino alla stagione in corso, oltre a tutte le scritture private relative alla movimentazione e al saldo del conto economico dal titolo “personale tesserato”. La chiusura dell’inchiesta che era inizialmente prevista entro qualche settimana, slitterà almeno di due mesi dopo gli ultimi accadimenti. A riportarlo è La Stampa.

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