Ammesso che sia mai passato per la mente a qualcuno, la Juventus esce, senza mai esservi entrata, dall’ipotetica lotta per lo scudetto pareggiando a Bergamo (1-1) al culmine di una partita che avrebbe potuto e dovuto vincere e che, invece, ha acciuffato miracolosamente al 92’ con un colpo di testa di Danilo. Al contrario non perdere in casa dell’Atalanta, diretta concorrente per il quarto posto, è un risultato che rinfranca i bianconeri. E’ vero che gli uomini di Gasperini hanno una partita in meno (con il Torino) e l’esito degli scontri diretti a favore, ma intanto la Juve mantiene due punti di vantaggio in classifica (46 a 44) che le permette di rimanere in linea di galleggiamento con l’obiettivo minimo stagionale.

A SECCO – Questa volta Vlahovic non ha segnato, anche se è arrivato vicino al gol in due circostanze, all’inizio dei due tempi, ma Sportiello che ha sostituito più che egregiamente Musso, è volato entrambe le volte togliendo il pallone dalla porta. Sul serbo ha montato una marcatura a uomo l’ex juventino Demiral che gli ha fatto sentire tutta la forza e la qualità di cui è capace. Vlahovic prima si è innervosito, rimediando un’ammonizione per proteste, poi ha tentato qualche conclusione velleitaria, infine si è fatto ipnotizzare ancora da Demiral su un pallone che sarebbe potuto valere l’1-1 quasi immediato. L’Atalanta ha meritato il pareggio dopo un primo tempo in cui non aveva mai tirato in porta, pur avendo concluso più della Juventus. Tuttavia, se la squadra di Allegri ha costruito occasioni cristalline, i nerazzurri non sono stati da meno. Certo, dopo la mezzora, cioè quando la Juve ha rifiatato, ma anche quando ha perso un po’ di equilibrio. In due circostanze Koopmeiners è stato protagonista. Prima è scappato a Locatelli e ai due centrali della Juve involandosi verso Szczesny, uscito sconsideratamente sulla trequarti. Poi, ha servito a Boga un pallone meraviglioso nella metà campo juventina sprovvista di centrocampisti e difensori. Nel primo caso il salvataggio, a porta sguarnita, è stato di Bonucci. Nel secondo, ad opporsi con tutto il corpo, è stato De Ligt. Sarebbero stati due gol sicuri e, a quel punto, la Juve avrebbe perso ogni orientamento in ragione anche di quanto speso. Sull’uscita di Szczesny i bergamaschi hanno reclamato per un colpo di mano fuori dall’area (sarebbe dovuta scattare l’ammonizione perché la chiara occasione da rete non è stata interrotta), ma Mariani, dopo un consulto con il Var, ha preferito soprassedere.

RIPRESA – Gli esperti arbitrali, prima o poi, finiranno per accapigliarsi con i dirigenti (il dg Marino, dell’Atalanta, sta diventando un magarono assai poco gradevole) perché c’è chi ignora il regolamento, chi lo applica a modo suo, chi lo interpreta. Nella fattispecie, l’unica cosa certa è che non ci fosse il rigore di De Ligt. Dicevo che, a mio giudizio, la Juve ha giocato una buona partita e un ottimo primo tempo. Detto dell’occasione iniziale di Vlahovic, va sottolineato – poco dopo – l’egoismo di Dybala che, lanciato da McKennie, ha preferito chiudere con un tiro a giro (fuori), anziché servire Vlahjovic. Complessivamente, però, il tridente ha funzionato soprattutto in fase di non possesso. Il più utile, nel recupero della palla e nella sua difesa, è stato Morata. Il quale non è più un goleador (si è mangiato il possibile vantaggio dopo dieci minuti della ripresa esitando a lungo su un pallone da mettere in porta), ma somiglia sempre di più ad un Mandzukic raffinato anche se meno energico. L’Atalanta, in gol con una splendida punizione di Malinovskyi, quando mancava meno di un quarto d’ora alla fine della partita, pensava di avere vinto la partita. Tanto più che, sei minuti dopo il vantaggio, Hateboer, servito sempre da Malinovskyi, ha colpito la traversa (ma forse ci sarebbe stato fuorigioco). Gasperini aveva cambiato il contenuto e l’andamento della gara proprio inserendo l’ucraino per Muriel e Maehle per Zappacosta quando mancava mezz’ora alla fine. Da quel momento l’Atalanta ha giocato con un finto centravanti (Boga) e con Malinovskyi a tutto campo. Emblematica l’azione che ha portato alla punizione poi trasformata. Spalle alla porta, Malinovskyi, tallonato da De Ligt, fino a quel momento uno dei migliori in assoluto, ha nascosto palla all’olandese per poi involarsi, con una sola finta di gambe, verso la porta avversaria, imprendibile per tutti. De Ligt, per impedirgli di entrare in area, lo ha steso e si è preso anche il cartellino giallo. Poi la botta di Malinovskyi ha orientato la partita come Gasperini avrebbe desiderato. Allegri ha fatto tutti i suoi cambi dopo lo svantaggio. Cuadrado per Bonucci, Kean per McKennie, Arthur per Rabiot e Ake per Morata finendo con un 4-2-4. I tre di recupero lasciavano poche speranze, ma una buona combinazione sulla destra tra Dybala e Cuadrado ha fruttato l’ultimo calcio d’angolo della partita. Dybala l’ha battuto molto bene, Vlahovic ha sfiorato di testa, ma, prima che la palla prendesse una qualche direzione, la girata di Danilo l’ha messa alle spalle di Sportiello. Così la Juve ha potuto far festa. In anni di magra, nonostante un mercato opulento, soprattutto a gennaio, lottare per la zona Champions è il massimo della consolazione.

IL TABELLINO

Atalanta-Juventus 1-1 (primo tempo 0-0)

 
Marcatori: 32’ s.t. Malinovskyi (A), 45’ + 2’ s.t. Danilo (J)
Assist: 32’ s.t. Freuler (A), 45’ + 2’ s.t. Dybala (J)

 
Atalanta (3-4-1-2): Sportiello; Toloi, Demiral, Djimsiti; Hateboer, de Roon, Freuler, Zappacosta (15’ s.t. Maehle); Koopmeiners; Boga (46’ s.t. Pasalic), Muriel (15’ s.t. Malinovskyi). All. Gasperini. 

 
Juventus (4-3-3): Szczesny; Danilo, Bonucci (34’ s.t. Cuadrado), De Ligt, De Sciglio; McKennie (36’ s.t. Kean), Locatelli, Rabiot (42’ s.t. Arthur); Dybala, Vlahovic, Morata (42’ s.t. Aké). All. Allegri. 

 
Arbitro: Sig. Mariani di Aprilia.

Ammoniti: 36’ p.t. Djjimsiti (A), 37’ p.t. Hateboer (A), 39’ p.t. Danilo (J), 42’ p.t. Vlahovic (J), 31’ s.t. de Ligt (J).

 
Espulsi: –

 



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