Ormai ci siamo. Non abbiamo vissuto una vigilia particolarmente lunga. Siamo stati schiacciati dal campionato da una lotta scudetto mai così aperta, dalle vicende di mercato sui rinnovi di contratto. Forse è anche qui la responsabilità, obiettivamente. Anche della stampa, del movimento calcistico in generale. La Federazione aveva chiesto qualche giorno in più per preparare una gara tanto importante quanto delicata. Non è stato possibile, non è stato permesso. E così Mancini, elegantemente, lo ha fatto capire.
E’ evidente che non ci può essere la leggerezza di quest’estate. E’ vero che tornano le gare da dentro o fuori, ma è anche vero che ora si vivono al contrario. Qui non è vero che non c’è nulla da perdere, come in Inghilterra. Qui c’è tutto da perdere. C’è la faccia da perdere. Oggi e poi – speriamo – nella prossima partita. Non vedere l’Italia due volte di seguito al Mondiale sarebbe clamoroso, inutile nasconderlo. Soprattutto da campioni dl’Europa. Ed è per questo che Mancini, non avendo avuto il tempo che avrebbe voluto, ha puntato sul gruppo che proprio otto mesi fa ha compiuto un vero e proprio miracolo insieme a lui. Il più possibile in campo – infortuni permettendo. Per ritrovare quegli automatismi, non quella spensieratezza. Perché non è possibile essere spensierati. O troppo spensierati. Bisogna essere concentrati. Calmi, tranquilli, fiduciosi.
L’Italia ha bisogno del Mondiale, il Mondiale ha bisogno dell’Italia.
Mancini è stato eccellente nella sua comunicazione, soprattutto lunedì. “Io voglio vincere il Mondiale e per farlo dobbiamo vincere queste due partite”. Non poteva esprimere meglio il pensiero di tutti gli italiani. Infonde fiducia e butta l’obiettivo là: in Qatar. C’è un Chiellini che sorride anche sul discorso tempo: ci faremo trovare pronti, nessun problema. Non vi preoccupate: dobbiamo fare l’Italia. E faremo l’Italia. Intanto a partire da stasera. Deve esserci fiducia, non può non esserci fiducia.
E’ una questione di tradizione, di storia, di movimento. Di rilancio. Magari trascinati da quello sport che abbiamo trascinato un’estate fa. L’Italia fu la prima di un exploit sportivo incredibile. Ora è tornato a vincere Jacobs e ha dimostrato di essere il più veloce. L’Italia del rugby ha vinto per la prima volta in casa del Galles. La Ferrari ha iniziato il suo Mondiale con una strepitosa doppietta. E ora sono gli azzurri del calcio ad essere lanciati da un nuovo momento di gloria dello sport.
Non è questione di attaccarsi a tutto. E’ Primavera, appena entrata, e quindi una rifioritura ce l’aspettiamo da quella Nazionale che abbiamo imparato ad amare non soltanto nell’ultima apparizione intercontinentale.
Mancini ha cambiato completamente quel cammino che si era concluso con la mancata qualificazione in Russia. Ha ridonato affetto, amore ed entusiasmo alla Nazionale. Il Rinascimento, era stato chiamato. Con la classe, con lo stile. Con i risultati. Anche con la fortuna. Perché alla fine semifinale e finale sono state vinte ai rigori. E proprio i rigori ora condannano l’Italia allo spareggio. Quelli di Jorginho, che non è riuscito solo con la maglia dell’Italia a non segnare dagli 11 metri. Lui, quello che nell’estate 2021 aveva vinto anche la Champions.
Quindi, saldato il conto con i rigori, è arrivato il momento di fare l’Italia. Da stasera. E poi ancora. E ancora.

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