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Giulio Dini è stato negli anni scorsi consulente dello Zenit San Pietroburgo. Ha lavorato col club fino al 2015. Conosce a fondo la Russia e a lui ci siamo rivolti per alcune considerazioni sul conflitto tra la Russia e l’Ucraina. “Stiamo parlando – dice a Tuttomercatoweb.com – di paesi dove convivono persone che non hanno le stesse origini e va preso atto di questa difficoltà di convivenza. A questo si aggiungono gli interessi strategici militari e economici dei fronti contrapposti”.

Dal punto di vista dei risvolti calcistici cosa si aspetta?
“Credo che sotto il profilo calcistico non ci saranno risvolti particolari salvo qualche protesta autonoma, qualche singola rivendicazione magari di club. Ma credo che sia opportuno che il calcio resti fuori da questa vicenda”

Si aspettava che si arrivasse a questa situazione?
“Ho lasciato la Russia nel 2015, l’ultimo anno in cui ho collaborato con lo Zenit. Era una situazione che per quel che si capiva poteva anche andare a finire in questo modo”

Il calcio comunque cosa può fare?
“Può essere un movimento di unione, non è un movimento di schieramento. E’ uno sport che ha la caratteristica di unire l’intero pianeta”.

Ma in Russia a suo parere il campionato potrà riprendere, al di là del possibile rinvio del prossimo turno?
“Non lo so se e non sono in grado di valutare. Ma se devo esprimere una sensazione non credo sarà interrotto. Se la situazione non precipita ulteriormente interessando direttamente le regioni russe, penso che il campionato possa proseguire. Così come del resto stanno andando avanti tutte le attività”.

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