Lo scorso 16 dicembre il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha assestato un duro colpo alle regole Fifa appena novellate per combattere la pratica dei bridge transfer. Con due decisioni pubblicate nel medesimo giorno la corte sportiva internazionale con sede a Losanna ha ribaltato la decisione assunta dalla Commissione Disciplinare Fifa e comunicata il 30 aprile 2021. Una decisione che, come i lettori di calciomercato.com sanno per essere stati abbondantemente informati sulla vicenda (si veda qui https://www.calciomercato.com/news/paris-fc-e-angers-nella-storia-le-prime-sanzionate-per-bridge-tr-28290 e qui https://www.calciomercato.com/news/la-fifa-i-bridge-transfer-il-sottobosco-degli-agenti-il-caso-bem-96746), aveva portato a elevare la prima sanzione dopo l’introduzione della nuova regola approntata per combattere i bridge transfer, ossia i transiti di calciatori attraverso club che li tesserano soltanto per ritrasferirli altrove, con benefici effetti economici per il club di finale destinazione.

In questa circostanza i club coinvolti sono francesi: l’Angers di Ligue 1 e il Paris FC di Ligue 2. E il calciatore coinvolto è il franco-congolese Kevin Balongo Bemanga. Che nell’estate del 2020, dopo una carriera anonima spesa a livello dilettantistico tra Francia e Spagna, all’età di 22 anni ha firmato il primo contratto da professionista col Paris FC dopo essersi svincolato dal CD Xerez, club della terza divisione spagnola. L’ingaggio è stato perfezionato a luglio, ma già in agosto il calciatore è stato ceduto per 250mila euro all’Angers. Che fra l’altro lo ha subito prestato agli svizzeri del Sion, che lo hanno impiegato nella formazione Under 21. La scorsa estate Bemanga è tornato all’Angers, che lo fa giocare con la seconda squadra impegnata nella quarta divisione francese. Il fatto che il trasferimento all’Angers sia giunto dopo soltanto 8 settimane dalla firma dell’accordo col Paris FC, oltre a violare i termini minimi imposti dalla nuova regola 5bis del regolamento Fifa sullo status e i trasferimenti di calciatori (che fissa in 16 settimane il termine minimo fra un trasferimento e il successivo), ha dato tanto l’impressione di essere in esecuzione di uno schema che permettesse di pagare meno in termini di indennità di formazione.

Va ricordato che l’indennità di formazione scatta alla firma del primo contratto da professionista e il suo ammontare varia a seconda della categoria del club che lo fa firmare: più alta è la categoria in cui milita il club, più alto sarà il premio di formazione da suddividere fra i club in cui il calciatore ha militato fra il 12° e il 23° anno di età. Nello specifico, è stato calcolato dall’Uefa che l’indennità di formazione determinata per un primo contratto firmato col Paris FC, club di seconda divisione, è di 160mila euro. Il suo ammontare sarebbe stato invece di 340mila euro se quel primo contratto fosse stato firmato con l’Angers, club di prima divisione. Dunque c’è stato un risparmio di 180mila euro, che dal punto di vista dei club formatori cui l’importo va distribuito è un mancato incasso. Sulla base di questi dati la Commissione disciplinare della Fifa ha sanzionato i due club con una multa di 30mila franchi svizzeri e una sessione di bando del calciomercato, sia sul piano nazionale che su quello internazionale.

Contro questa decisione i due club hanno fatto ricorso al TAS, che il 16 dicembre 2021 ha dato loro ragione annullando la decisione della commissione disciplinare Fifa. Andando nel dettaglio sia la difesa dell’Angers che quella del Paris FC hanno fatto leva soprattutto sull’argomento secondo cui Bemanga era da considerarsi già professionista ai tempi della militanza nello Xerez, poiché beneficiava di un salario mensile (700 euro) e di una serie di benefit garantiti dalla società spagnola. Dunque, secondo questa interpretazione, non si potrebbe parlare di primo contratto da professionista a proposito dell’accordo sottoscritto col Paris FC. In subordine, molto è stato questionato sul calcolo dell’indennità di formazione, che ammonterebbe a cifre molto al di sotto di quelle indicate dalla Commissione Disciplinare Fifa perché il percorso di carriera del calciatore è stato discontinuo e soggetto a molte interruzioni. E stando al testo delle due decisioni del TAS, proprio su quest’ultimo aspetto la posizione della Fifa è parsa debole.

L’esito finale è andato nella direzione dell’assoluzione dei due club, che si sono visti anche restituire i 1.000 franchi svizzeri necessari all’avvio del procedimento al TAS, e di una bocciatura della Fifa. E si tratta di una bocciatura che certo non coinvolge in toto il tentativo di frenare i bridge transfer, ma che di certo invita a essere più rigorosi nell’istruire i casi e motivare le sanzioni, Di sicuro è una falsa partenza. E quando una norma sanzionatoria esordisce male, ha già incamerato il mezzo fallimento.

@pippoevai



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