“Non esistono giocatori giovani o vecchi, ne esistono di forti o no”. Questo era il pensiero di Walter Sabatini quando era diesse della Roma sull’utilizzo dei ragazzi in prima squadra. Un concetto, diversi anni dopo, tornato in auge con Tiago Pinto prima e Mourinho poi. E se dal General Manager giallorosso non ci si aspettava altro vista anche la formazione nel Benfica prima dello sbarco nella Capitale, un po’ una sorpresa è stato l’adattamento dello Special One a questo modo di fare calcio. La prima associazione di idee, infatti, era: con Mourinho arrivano anche i grandi giocatori. Un qualcosa che la società ha sempre smentito, ricercando una sostenibilità finanziaria che ancora oggi pare lontana. Per questo spazio ai ragazzi della Primavera negli allenamenti di tutta la settimana e a investimenti, anche onerosi, su ragazzi futuribili. Dopo sette mesi i primi risultati si vedono. Dei ventotto giocatori fin qui usati dal portoghese, undici sono under 23 e cinque hanno fatto quest’anno il loro esordio venendo dal settore giovanile. Tre di loro sono ormai entrati anche nelle turnazioni dello Special One, vedi Zalewski, Felix e Bove, mentre Tripi e Volpato continuano a orbitare tra Primavera e prima squadra in cerca di altre occasioni. Dati che hanno portato la Roma ad avere in Serie A la sesta rosa utilizzata più giovane del campionato cn un’età media di 25,8 anni.

Delle big del torneo, solo il Milan con 25,7 ha abbassato di poco l’età media. Le altre squadre come Torino, Spezia ed Empoli sono giustificate dal non avere obiettivi di classifica. Un ambiente migliore, a detta di molti, per far crescere dei ragazzi. La storia di Mourinho, però, parla chiaro. A prescindere dal club dov’è stato ha sempre puntato sui giovani, se di talento. Da Casemiro a Diego Llorente, passando per Morata, Loftus-cheek e tanti altri come Ricardo Costa nel Porto che a 19 anni lanciò nel derby. Una parabola simile a quella di Zalewski, titolare e protagonista contro Atalanta e Lazio. “Se fossi un allenatore di m***a sarei collassato sotto le critiche dei giornali per la brutta partita di Nikola contro l’Udinese, invece nel derby il bimbo ha fatto bene”. Sono state le parole dello Special One dopo la vittoria sulla Lazio per 3-0. Un modo per dire “non è colpa mia se i ragazzi non crescono qui, ma dell’ambiente”. Josè, però, tira avanti per la sua strada e complice una rosa imperfetta, i giovani di casa Roma stanno trovando più di una chance. Al Tre Fontane per guardare la Primavera poi non manca quasi mai. A dimostrazione di un tecnico e una Roma già proiettati al futuro.

Leggi l'articolo originale

About Author

Pro News

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Hai più di 18 anni?

In questo sito web sono presenti contenuti dedicati ai soli maggiorenni.

Se ha meno di 18 anni non puoi accedere ai contenuti del sito