“Con la testa e con la fede”, scrive il Corriere dello Sport alla vigilia della sfida tra Italia e Macedonia. Sette giorni, anzi cinque tra Palermo e la finale del 29, augurandosi il Risorgimento azzurro. Perché sarebbe insopportabile restare fuori un’altra volta, persino da campioni d’Europa. L’ultima partecipazione risale al 2014 in Brasile. Significherebbe una pausa lunga dodici anni se ci qualificassimo nel 2026. Il CT ha provato ad aggiungere una dose di serenità per attenuare le pressioni. Lo scenario, entrando a Coverciano, non è esattamente lo stesso del luglio scorso, quando l’entusiasmo si percepiva in ogni sorriso, camminando dall’ingresso all’auditorium. C’è tensione, ma non nello spogliatoio: trapelano segnali di carica e di riscossa. I campioni, almeno dal punto di vista mentale, sarebbero pronti.

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