Sono sempre stato molto critico con Mario Balotelli. Non credo che sarebbe diventato un fuoriclasse se avesse avuto un’altra testa e superiori ambizioni. Non diventerà un campione nemmeno in tarda età perché gli manca l’equilibrio e quel minimo di senso comune che aiutano a vivere anche nelle situazioni più esaltanti. È un buon attaccante, molto discontinuo, dotato di qualche colpo e con nessuna propensione all’aiuto della squadra quando non ci si trova in possesso di palla.

Se a questo si aggiunge che Balotelli ha sempre rappresentato una turbativa all’interno di un gruppo, si capisce quanto la mia posizione – e non solo la mia -fosse ostile ad un suo ritorno in Nazionale.

Tuttavia credo di sapere perché il c.t. Roberto Mancini l’ha richiamato per lo stage di questi giorni e perché, alla fine, speri di aggregarlo all’Italia che a marzo si giocherà il Mondiale in Qatar in due partite secche.

Il primo motivo riguarda la certissima bontà d’animo del nostro c.t. Parlo per esperienza personale. Ma nel caso specifico, lo scrivo anche perché conosco quanta sia la pazienza che Mancini ha usato nei confronti di Balotelli e quante occasioni gli abbia dato per rientrare nel giro dei calciatori che contano.

Forse perché cattolico praticante, forse perché filantropo, Roberto crede nel riscatto e nella redenzione e a Mario, come ad altri, ha offerto l’ennesima occasione ben sapendo che il ragazzo (si fa per dire perché ha trentun’anni) ha avuto un’infanzia di privazione prima di essere adottato da una famiglia di persone perbene. Purtroppo certe cicatrici non si rimarginano e la natura, spesso ribelle, di Mario è stata difficilmente contenuta.

Tuttavia Mancini sa quanto da giovanissimo calciatore Mario gli ha dato e spera che ancora possa dargli, anche se il contesto emotivo in cui si giocheranno le due gare di spareggio impongono una disciplina comportamentale che Balotelli non possiede.

Eppure anch’io, che l’ho sempre avversato, sono convinto fosse giusto riportare Balotelli in Nazionale. Primo, perché forse le sue migliori prestazioni le fece proprio in azzurro nell’Europeo del secondo posto con Cesare Prandelli. Secondo, perché è oggettivo che l’attacco della nostra Nazionale segni poco.

Ora, nessuno, sano di mente può mettere in discussione Ciro Immobile che è in assoluto il migliore capocannoniere in attività. Epperò, su due partite singole, un’alternativa come quella di Balotelli potrebbe essere plausibile.

Sempre a patto che stia bene fisicamente e rispedisca al mittente le accuse di essere perennemente sovrappeso, Balotelli ha molte soluzioni per risultare decisivo. Dal tiro secco e radente al colpo di testa, dal gol in acrobazia a quello di opportunismo. E poi possiede stazza, quindi in partite molto fisiche, si può far sentire, sa tenere palla, attaccare la profondità, lavorare nello stretto e nel lungo, grazie alla sua ottima tecnica.

Infine, anche se potrà sembrare paradossale, Balotelli ha un forte attaccamento alla maglia azzurra, l’unica per la quale giocherebbe anche gratis per una questione di orgoglio e di appartenenza.

La palla, come al solito, passa a Mancini che, oltre a farsene un’idea in questi giorni, dovrà tenere monitorato il Balotelli che gioca in Turchia, cioè non esattamente in un campionato di primo livello, magari attraverso le relazioni di Vincenzo Montella. L’allenatore del club ha certamente aiutato Balotelli a tornare in azzurro. Riuscire a farlo rifiorire sarebbe un doppio vantaggio. Per il calciatore che ha ancora ha da dare qualcosa e per la Nazionale, mai come adesso bisognosa di una vincente imprevedibilità.



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