Nel pugilato, la chiamerebbero sparring partner: quella contro la Salernitana in emergenza totale e disarmante è stata una gara allenante, interessante sotto molti punti di vista, di certo non può essere un test del tutto probante. La vittoria della Lazio è netta, importante, forte. Abbiamo visto come si dovrebbe sempre esprimere la Lazio: totale dominio del possesso palla fino a disturbare occhi e menti degli avversari, improvvisi guizzi, esaltazione della tecnica dei singoli. Il Sarrismo in vitro.

QUESTIONE SALERNITANA – La Salernitana è stata umiliata, ma non dalla Lazio. Anzi, fa una partita di corsa, di ordine, con un numero di positivi insostenibile per una squadra costruita in fretta e furia. Non è stata umiliata dalla Lazio, ma dai vertici del calcio. I granata stanno vivendo una situazione che è paradossale, ridicola, veramente deprecabile: dopo un’esaltante cavalcata dalla Serie D alla Serie A – non troverete esaltazioni epiche della stessa, perché l’ha fatta Lotito – è stata costretta a vivere 12 mesi da incubo. Tra deadline, Gravina che ce l’ha con Lotito, intermediari, Gravina che ce l’ha con Lotito, persone di fiducia, Gravina che ce l’ha con Lotito, offerte ridicole, Gravina che ce l’ha con Lotito, i tifosi della Salernitana hanno capito una regola d’oro: nel calcio contano le antipatie, le correnti, il potere, le tv, gli sponsor, i bordocampisti, le piaggerie, i favoritismi, gli arbitri, il VAR, e poi in fondo alla catena alimentare, soverchiati e mangiati da tutti, ci sono i tifosi. E i tifosi delle squadre di Lotito sono ancora sotto. E questo fa schifo, dirlo in un altro modo è da cortigiani.

MILINKOVIC DEFINITIVO –  Tornando alla partita, rivedere tante volte lo scorpione con cui Milinkovic Savic vede Immobile con gli occhi della mente, altrimenti non si capisce, è una specie di medicina. Pensateci: da quanti anni questo ragazzo viene ceduto su tutti i giornali ad altre squadre, conteso, messo in mezzo. E, dopo tutto questo tempo, mi viene da chiedermi se siamo degni di vedere questo gioiello splendere così. In questa stagione, ha ragione Sarri, Milinkovic ha trovato una concretezza ulteriore che potrebbe essere il suo upgrade definitivo. Non so quanto rimarrà ancora in biancoceleste: fino a quel momento, bisognerà goderselo fino in fondo. 

IMMOBILE ANCORA – Su Ciro Immobile è quasi superfluo scrivere: supera di nuovo Vlahovic in testa alla classifica capocannonieri. Avevo dubbi, lo ammetto, dopo averlo visto con il modulo di Mancini che con Sarri potesse andare tutto bene. Immobile ha dimostrato e sta dimostrando per l’ennesima volta quello che diciamo da mesi: è l’allenatore e la squadra che devono creare le condizioni per Immobile, non il contrario. Mettetevelo in testa: se non sei in grado di far segnare l’attaccante più forte di questa generazione, il problema è tuo che lo alleni, non suo. 

LAZZARI E IL MERCATO – Su Manuel Lazzari Sarri è stato come sempre molto chiaro. Sta pagando colpe non sue, un modulo che non lo esalta e una situazione difensiva che non permette di metterlo in campo. In un certo senso il discorso è simile a quello di Luis Alberto: sono stati sacrificati per ottenere equilibrio, compattezza. Torneranno – lo spagnolo ieri gioca un buona partita – quando le crepe di inizio stagione saranno ulteriormente riparate, sanate. O non torneranno, e se li prenderà il calciomercato.



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